Il 7 novembre e il 19 dicembre del 2015 sono state due importanti giornate di sciopero della grande distribuzione e della distribuzione cooperativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto ormai da più di 2 anni
La grande partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori aveva mostrato in maniera chiara ed evidente il bisogno dei lavoratori del settore di tornare a far sentire la loro voce non soltanto per chiedere il rinnovo del contratto nazionale ma in generale sulle loro condizioni di lavoro sempre più difficili, orari sempre più lunghi e concentrati la domenica e nei festivi, retribuzioni sempre più misere e ritmi sempre più serrati.
Dopo le due giornate di sciopero, visto il silenzio delle associazioni padronali, i sindacati avevano annunciato una ulteriore serie di mobilitazioni per il mese di marzo ma all’improvviso sembra che Federdistribuzione e le Cooperative avessero deciso di tornare al tavolo delle trattative.
Da quel momento in poi è calato il silenzio. Conosciamo bene la complessità delle trattative per il rinnovo dei contratti nazionali ma riteniamo che nessuna vertenza sindacale, a maggior ragione una trattativa dura come questa e in un periodo storico di attacco pesantissimo ai diritti del lavoratori, può essere vinta limitandosi al tavolo delle trattative.
I rinnovi dei contratti nazionali stanno diventando occasione per i padroni di ridurre i diritti e le retribuzioni mentre i sindacati si limitano semplicemente a ridurre i danni. Le lavoratrici e i lavoratori devono riprendere la parola in piazza e i sindacati devono riporre nel cassetto vent’anni di concertazione che ha danneggiato i diritti, la forza e la capacità di mobilitazione dei lavoratori.
La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale della grande distribuzione organizzata rischia di seguire questo copione mentre è necessario che si torni a far parlare i lavoratori con la proclamazione di altre giornate di lotta e di mobilitazione. Accanto al contratto nazionale è necessario che la piattaforma rivendicativa sia più ampia e metta al centro delle mobilitazioni anche la lotta contro il Jobs act e il rifiuto del lavoro festivo e domenicale obbligatorio togliendo qualsiasi possibilità di discrezionalità.
Rilanciamo la lotta dei lavoratori della grande distribuzione contro la precarietà, i salari bassi e l’aumento degli orari e dei ritmi di lavoro.