16 giugno 2015, l’arroganza della Coop Estense

Di   17/06/2015

11350452_10152857360705373_2033412092763485110_nIeri si è tenuto presso il Ministero del lavoro il secondo incontro tra Coop Estense e i sindacati per trovare un accordo a salvaguardia di 147 posti di lavoro messi in discussione dalla Coop in Puglia e Basilicata.
L’azienda ha finalmente fatto chiarezza su come intende procedere sulle esternalizzazioni senza però spiegare i motivi che la inducono a esternalizzare i reparti “Grocery”, tenuto conto della chiusura positiva del bilancio che alla Coop piace comunicare in pompa magna in questi giorni.
La proposta fatta ieri è peggiorativa rispetto alla precedente perché:
1) non scongiura definitivamente i licenziamenti;
2) intende sperimentare le esternalizzazioni per 24 mesi dei reparti “Grocery” a Molfetta, Bari Santa Caterina e Brindisi, impegnandosi a non licenziare i lavoratori di questi reparti attraverso il ricorso alla cassa integrazione, alla mobilità volontaria o alla trasferta.
3) prevede la sospensione del contratto integrativo con particolare riferimento ai ROL, alle maggiorazioni per il lavoro festivo, indennità speciale di funzione e mensa, con il meccanismo dell’ultravigenza, cioè ad oltranza con verifica annuale.

In sintesi, stop al contratto integrativo ed esternalizzazioni sperimentali, anticamera dei licenziamenti perché non c’è dubbio che le esternalizzazioni produrranno risparmi poiché i lavoratori delle ditte a cui verrà esternalizzato il reparto “Grocery” avranno retribuzioni inferiori a quelle dei lavoratori Coop.
In più i lavoratori Coop interessati subiranno il disagio della cassa integrazione o della trasferta, con una sostanziale decurtazione delle retribuzioni già misere (la maggior parte ha già contratti part time da meno di 700€ mensili), a ciò si aggiungano le decurtazioni derivanti dalla sospensione del contratto integrativo .
E questo rischia di essere l’inizio di una ristrutturazione aziendale strisciante in vista di un delicatissimo piano di fusione che sta interessando Coop Estense, Coop Adriatica e Coop Nord Est. L’azienda che sbandiera ai quattro venti la sua “eticità” procede senza presentare un piano di investimenti per il rilancio aziendale come succede spesso in Italia, confidando magari sul ricorso alla nuova normativa sul lavoro, Jobs Act, con cui avrebbe a disposizione lavoratori senza più diritti grazie alla complicità del governo guidato dal Partito Democratico e che ha come ministro il sig. Poletti, noto “cooperatore”.

Dopo il riuscitissimo sciopero del 4 giugno è necessario mobilitare tutti i dipendenti del gruppo contro questa arroganza verso lavoratrici e lavoratori che da anni assicurano alla Coop il massimo dell’impegno nonostante abbiano ricevuto in cambio bassi salari e una flessibilità d’orario insostenibili. E’ il momento di spiegare anche ai cittadini la realtà che si nasconde dietro il marketing, dietro la pubblicità, dietro il “marchio sociale di qualità” che la Coop va spacciando.
Alle istituzioni locali e regionali chiediamo di prendere posizione verso chi pensa di trattare come merce in scadenza i lavoratori nonostante i tappeti rossi che le istituzioni locali hanno steso in questi anni pagando poi il prezzo della distruzione del commercio urbano e la desertificazione dei centri cittadini.
Ai lavoratori assicuriamo tutto il nostro sostegno materiale, politico e istituzionale perché non siano costretti a togliersi il cappello davanti al padrone di turno.
Il tavolo romano è stato aggiornato al 30 giugno, mentre venerdì azienda e sindacati sono stati convocati in commissione attività produttive del Comune di Molfetta dal presidente Gianni Porta.
Nessuna esternalizzazione, nessun licenziamento, nessuna riduzione del danno.

Lotta per il lavoro, per il futuro, per la dignità.

 

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea circolo di Molfetta “Palestina libera”


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