comunicato regionale sulla nuova giunta Vendola

Di   07/07/2009

UN UOMO SOLO, MOLTO SOLO, AL COMANDO

Questa crisi regionale, consumatasi tra un uso retorico della questione morale e vari porta a porta interni al palazzo, sembra volgere al termine. Sembra chiudersi con uno schiaffo alla democrazia di un presidente sempre più governatore, che non sente il bisogno di confrontarsi né con il consiglio regionale né in commissione sanità sulla voragine politica, morale e di potere che grava sul sistema sanitario ( e non solo sanitario) pugliese.

Da tempo abbiamo denunciato, forse non sufficientemente, peccando anche noi di eccessiva fiducia nel Presidente, l’assenza di una reale discontinuità, rispetto alla giunta Fitto, proprio sul tema della sanità, centrale per il benessere delle donne e degli uomini di Puglia.

E abbiamo denunciato una vera e propria metamorfosi che ha segnato, in questi anni, l’esperienza della giunta Vendola: da primavera pugliese, stagione della partecipazione, a “laboratorio pugliese”, che include organicamente forze centriste e perfino provenienti dalla destra. Il declino della primavera è, in realtà, iniziato ben presto, con l’impossibilità di quei tanti comitati di essere realmente protagonisti di processi partecipativi. Oggi quella metamorfosi si compie, con la trasformazione della partecipazione in un iper-presidenzialismo irrispettoso persino delle istituzioni regionali, con il maldestro tentativo di occultare la gravità della questione morale attraverso una vera e propria operazione di trasformismo politico.

Ci sentiamo diversi e distanti da questa operazione. E vorremmo esprimere questa diversità e questa distanza in consiglio regionale e (chiediamo troppo?) in un confronto tra il presidente, i partiti e i gruppi consiliari che hanno sostenuto la giunta in questi quattro anni.

Pensiamo sia tempo di bilanci. Pensiamo sia tempo che donne e uomini, soggetti della sinistra diffusa, i tanti comitati che hanno aperto una stagione di partecipazione, riprendano la parola. Sarebbe opportuno che militanti, intellettuali, si confrontassero su questa esperienza pugliese, provando insieme a capire come e se la parola sinistra si sia realmente coniugata con dei contenuti: vogliamo davvero parlare della questione morale in Puglia, del sistema sanitario troppo poco cambiato e dei persistenti centri del malaffare; dei punti di criticità rivelatisi nella gestione della scelta di investire sulle fonti alternative di energia e di rifiuto del nucleare; delle difficoltà ad accettare fino in fondo, da parte di questa giunta, il principio dell’acqua come bene comune; della laicità come spazio della politica, troppo spesso ristretto attraverso una mistificante accusa di laicismo, accusa che in realtà non riesce a coprire i frequenti compromessi con le gerarchie cattoliche pugliese.

Pensiamo sia utile e urgente parlarne in tante assemblee territoriali e in una assemblea regionale. Fare un bilancio ed agire adesso è l’unica possibilità che abbiamo per poter salvare un progetto realmente di sinistra, realmente diverso in questa Regione.
Quel progetto a cui in tante e tanti abbiamo lavorato.

Bari, 6 luglio 2009

Documento approvato all’unanimità dal Comitato Politico Regionale del Partito della Rifondazione comunista


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