sulle dichiarazioni del vescovo Martella

Di   12/03/2010

A mente fredda e rileggendo l’intera dichiarazione alla fonte di Mons. Martella è possibile, oltre che doveroso, fare qualche considerazione. Al di là delle indicazioni di voto più o meno esplicite rilasciate (ognuno parteggi per chi vuole sotto elezioni) quel che ci risulta inaccettabile, a proposito dell’ignobile decreto interpretativo adottato dal governo al fine di sanare inadempienze, errori, e illeciti nella presentazione delle liste elettorali del Pdl in Lombardia e Lazio, è che Mons. Martella si dica compiaciuto e ne dia una valutazione positiva considerato – egli dice – che “la legge non è solo un inutile rubricismo, ma va applicata anche alla luce del buon senso”.

Ebbene, noi siamo convinti che la Costituzione repubblicana assicuri a tutti la libertà di opinione e di laica partecipazione al dibattito politico, ribadiamo pertanto la nostra ferma contrarietà rispetto a tesi che rischiano di alimentare una ferita dei princìpi di democrazia, del rispetto delle leggi e del principio costituzionale per cui la legge è uguale per tutti.

Non c’è buon senso che tenga per giustificare il cambio delle regole a gioco iniziato, così come “in democrazia non si può fare una distinzione fra ciò che sono le regole e quello che è il bene sostanziale”. Forma e sostanza pari sono, altrimenti cè il “massacro delle istituzioni” come afferma l’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Francamente da una figura pubblica così eminente per ruolo e tradizione nelle terre di questa diocesi, altri interventi ci saremmo aspettati.
Ci saremmo aspettati, soprattutto in periodi di crisi economica, una parola di conforto ai tanti lavoratori della nostra terra che perdono il lavoro o i cui diritti vengono calpestati quotidianamente, anche da grandi aziende plurititolate.

Ci saremmo aspettati un monito severo verso atti e comportamenti di personaggi pubblici che, seppure invischiati in vicende di malaffare degradanti per la vita pubblica del nostro paese, continuano ad avere ruoli di responsabilità e di governo.
Ci saremmo aspettati di vedere Mons. Martella davanti ai cancelli del CIE di Bari Palese per accogliere gli immigrati di Rosarno e le altre vittime dello sfruttamento e della mafia e rivendicare per loro rispetto e accoglienza, nonché l’allungamento dei tempi di presentazione per la documentazione dei permessi di soggiorno.

In questi anni abbiamo imparato, nel nostro viaggio alla ricerca di un mondo migliore, non basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sulla mercificazione dei beni comuni, a camminare a fianco di tanti credenti, di cui abbiamo apprezzato gesti e simboli; oggi, molti cristiani militano con noi e continueremo ad apprezzare quella Chiesa, fatta di uomini e donne, che accarezza gli ultimi e non benedice i potenti e le loro megaopere.


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