Peppino vive e lotta insieme a noi

Di   09/05/2010

In occasione del 32° anniversario della barbara esecuzione mafiosa che ha portato alla morte di Peppino Impastato, noi Giovani Comunisti/e del Circolo “Palestina Libera” di Molfetta, vogliamo porre l’accento sull’attualità del pensiero e della lotta politica portati avanti da questo giovane Comunista.

Nato in una famiglia mafiosa di Cinisi, sin da ragazzo si è opposto all’illegalità dilagante nella sua martoriata regione, diventando così punto di riferimento per tutti, giovani e meno giovani, siciliani o meno, nella lotta alla mafia degli anni settanta. Il 9 Maggio 1978, alla vigilia delle elezioni comunali a cui era candidato in Democrazia Proletaria, venne fatto saltare in aria sui binari della locale ferrovia per Palermo.

Le indagini sul caso sono state fortemente rallentate dall’omertà di quanti sapevano ed addirittura sospese una prima volta nel ’92, con una sentenza che, pur riconoscendo la matrice mafiosa del crimine, lo imputava ad ignoti.

Grazie anche una sentenza della Corte d’Assise del 2002 che ha condannato a 30 anni Vito Palazzolo ed all’ergastolo Gaetano Badalamenti quale mandante dell’omicidio.

Dal ’79 ogni 9 maggio a Cinisi si tiene una manifestazione nazionale in ricordo delle vittime delle stragi e tale giorno è diventato simbolo della resistenza e della lotta alla mafia.

La storia di Peppino è stata resa nota ai più dal film “I Cento Passi” di Marco Tullio Giordana, che lo ha consacrato ad icona dell’antimafia alla pari di coraggiosi eroi contemporanei quali Placido Rizzotto, Pio la Torre, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Giuseppe Fava e tanti altri che hanno dato la propria vita per difendere il valore della legalità.

La legalità è indissolubile sinonimo di democrazia e motore del progresso civile e culturale di qualsivoglia popolazione del mondo.

Tuttavia oggi è troppo poco ciò che in un Italia in cui il bionomio mafia-potere appare una realtà inestirpabile dal tessuto politico viene fatto a favore della legalitò e contro l’illegalità.

“La mafia è una valanga di merda” recita un famoso articolo di Peppino: ciascuno di noi deve contribuire a spalare questa valanga, operando nel suo piccolo affinchè la legalità e la democrazia possano vincere questo cancro atavico della società italiana.


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