Siamo giunti al quinto rimpasto della giunta Minervini, 10 deleghe assessorili ritirate per scelta politica o per dimissioni, cambi di maggioranza con gruppi consiliari che escono e altri che entrano. Insomma una maggioranza e una giunta a “porte girevoli” in cui le deleghe assessorili vengono utilizzate come merce di scambio per tenere in piedi un’armata brancaleone a discapito degli interessi della città.
Cambiare tutto per non cambiare niente sembra lo slogan della maggioranza di governo in questa città, infatti, gli interessi di parte che sono alla base di questa esperienza amministrativa rimangono ben saldi mentre si cambiano gli assessori sulla base degli equilibri senza tener presenti competenze e la disarmante mancanza di curricula che giustifichino le scelte stesse.
Questo ennesimo rimpasto poi, arriva a pochi mesi dalla conclusione della consigliatura e denota ancora una volta la volontà di puntellare la maggioranza appuntando medagliette al petto di qualcuno senza una reale programmazione.
Ma la festa è ormai finita, i responsabili passati e presenti di questo disastro generale devono tornare a casa, gli interessi che rappresentano devono tornare ad essere interessi privati senza più nessuna commistione con l’interesse pubblico.
Dobbiamo essere in grado di mettere in campo una alternativa che nell’immediato rimedi ai danni provocati mettendo al sicuro la città ma che allo stesso tempo abbia una visione di medio e lungo termine per far uscire la nostra città dal pantano in cui è finita.
Per questo, nonostante tutte le difficoltà generate anche da questo clima di scambio e mercimonio che rischia di tracimare, continueremo a impegnarci con tutte le altre forze della nostra città mai coinvolte in questa giunta, per assicurare una nuova generazione di amministratori capaci di assicurare uno sviluppo materiale e morale della nostra comunità.
La costruzione della alternativa è lontana mentre la scadenza elettorale è vicinissima. La città resta estranea ai giochi in atto sulle alleanze prima che si definisca un programma di rilancio della città. La logica dei paletti a prescindere favorisce i devastatori morali e materiali della città. È la storica diaspora della sinistra condannata a perdere in danno della collettività. Ci si rende conto che siamo fuori dal tempo massimo. I cittadini sono stufi di essere oggetto e non soggetto decisionale.