GLI EFFETTI COLLATERALI DEGLI INTERVENTI EMERGENZIALI

Di   19/04/2020

GLI EFFETTI COLLATERALI DEGLI INTERVENTI EMERGENZIALI

Non capita spesso che misure di contrasto alla povertà giungano sui territori così copiose da poter soddisfare tutte le richieste e anzi riportare un avanzo di fondi disponibili.

È di ieri la notizia della riapertura del Bando per la richiesta dei buoni spesa al Comune di Molfetta.

Una misura piovuta in una notte sui territori, come una bomba d’acqua.

Una misura, tra le tante misure tampone di questo governo, che non gestisce ma insegue l’emergenza.

Misure spezzettate, scoordinate, disomogenee, troppo disomogenee, che stanno portando ad alti livelli di spesa ma che, disarticolate e improvvisate, non soddisfano i requisiti necessari a far fronte ai bisogni reali e concreti presenti sul territorio nazionale.

Così pare che in Italia, in due settimane, più nessuno sia in grado di far fronte ai bisogni primari. Così nel Comune di Molfetta, che ha ricevuto 450.800 euro per far fronte ai bisogni primari di famiglie cadute in uno stato di povertà assoluta.

Ed ecco che la disponibilità di questi fondi ha dato vita a un vero e proprio arrembaggio in cui i Comuni sono ostaggio dell’incombenza di dover gestire una misura nuova in tempi da emergenza e senza alcun paletto, senza alcuna prescrizione. I Comuni che lavorano con il personale all’osso e che, in questo momento, avrebbero dovuto lavorare meno, lavorare da casa, alternare la presenza del personale negli uffici.

Comuni impegnati a gestire una mole vastissima di lavoro, mentre si moltiplicano, nelle stesse ore e negli stessi giorni, interventi di privati cittadini che, sollecitati dall’insistenza rispetto al tema delle famiglie rimaste senza “spesa”, hanno donato, impegnando le associazioni, le parrocchie. Risultato: ammucchiate di “provvidenza” e ricerca spasmodica di ipotetici beneficiari per questi aiuti.

Come spesso accade nel nostro paese c’è chi ha spadroneggiato in arroganza, in questa circostanza, facendo sciacallaggio degli aiuti disponibili, dichiarandosi non abbiente pur non essendolo e ritirando pacchi, spese e buoni da ogni dove.

Rispetto a questo nessun controllo, una situazione che ha impegnato e impegna ingenti risorse pubbliche a danno sia del cittadino che lavora e paga le tasse ma soprattutto del cittadino in effettivo stato di difficoltà che, forse, avrebbe avuto bisogno di qualcosa in più.

Paola de Candia
Gianni Porta


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