risposta all’UDC di Molfetta

Di   11/06/2010

Comprendiamo le difficoltà dell’Udc e il tentativo maldestro, all’indomani della sentenza di primo grado che condanna Pino Amato per voto di scambio, di affermare o far apparire tutti colpevoli, nessun colpevole, ma lo respingiamo al mittente. Non ci stiamo al gioco di chi, alimentando l’antipolitica e il qualunquismo vuol far passare il messaggio che tanto siamo tutti uguali. Ribadiamo con forza la nostra estraneità a qualsiasi tipo di pratica clientelare e per questo rivendichiamo la nostra diversità.

In questi anni abbiamo costruito la nostra credibilità e il nostro consenso a mani nude, sforzandoci di mettere in campo la sola forza delle nostre idee tanto da ricevere, per questo, non solo il consenso prezioso dei nostri elettori ma anche la stima e il rispetto dei cittadini. Come abbiamo affermato nel comunicato stampa di commento alla sentenza di condanna di Amato, al di là delle vicende personali e processuali di questi e fermo restando il compimento dei tre gradi di giudizio che determineranno l’accertamento definitivo delle singole responsabilità personali, ci interessa sottolineare e aprire una riflessione di natura politica non più rinviabile sull’esistenza nella nostra città di una forte patologia nella raccolta e nel mantenimento del consenso.

E’ di questo che vogliamo discutere e rispetto a cui ci aspettiamo che anche altre forze politiche dicano la loro. Per quanto riguarda Pino Amato e l’Udc, vogliamo dire loro che se solo avessero letto il nostro comunicato stampa si sarebbero accorti di come il nostro obiettivo non era certo quello di mettere all’indice qualcuno e di dipingerlo come l’unica mela marcia. Questo non certo per fare piacere a qualcuno, Amato in primis, ma perché siamo convinti che il fenomeno distorto di pratiche clientelari nella nostra città sia molto più diffuso di quanto la stessa sentenza possa far sembrare.

Se tutto ciò urta l’Udc non possiamo farci niente. Per questo, dinanzi alle illazioni del tutto infondate da loro sollevate nei confronti di Rifondazione Comunista, continueremo a difendere le nostre idee e i nostri modi di fare politica del tutto alieni dalle pratiche di voto di scambio. Ricordiamo ai Giovani Udc, per inciso, che durante le elezioni amministrative del 2008 fummo i primi a denunciare all’autorità competente la situazione di incompatibilità in cui si venne a trovare un nostro candidato che stava svolgendo il compito di presidente di seggio. Questo è il nostro stile, senza perdere tempo e aspettare, tanto meno due anni.

Per cui se ci fossero altri fatti da denunciare saremo ben lieti di farlo noi per primi e invitiamo pertanto i Giovani dell’Udc a segnalare qualsiasi notizia di reato alla magistratura. Viceversa, invitiamo gli stessi a rettificare quanto pubblicato il 9 giugno, riservandoci la possibilità di adire le vie legali contro chi fa illazioni che colpiscono il nome di Rifondazione Comunista e dei suoi iscritti


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