primo maggio: il punto di vista del lavoro

Di   03/05/2010

Il primo maggio giornata di festa e di lotta è l’atto di nascita del movimento operaio, l’inizio di un percorso che ha portato sulle scena sociale e politica un nuovo soggetto collettivo: i lavoratori e la loro rappresentanza, i sindacati.
In sostanza si metteva in discussione l’idea che, l’operaio, il bracciante potessero essere considerati singoli individui che liberamente stipulano un contratto di natura commerciale con il datore di lavoro.
E’ questa la logica che sta alla base del contratto collettivo nazionale di lavoro, che stabilisce un minimun di trattamento economico e normativo, al di sotto del quale non si può andare.
La destra al governo del paese sta scientemente smantellando, svuotando di ogni senso e contenuto il contratto collettivo nazionale di lavoro.
Infatti prima con la riforma del modello contrattuale poi con il famigerato DDL. 1167-B sarà possibile assumere lavoratori con contratti individuali “certificati” da apposite commissioni derogando in peggio rispetto a leggi e ai contratti nazionali.
Così facendo si vuole trasformare il sindacato da organizzatore degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, da agente del conflitto, in un sindacato complice e cinghia di trasmissione dell’impresa nella migliore delle ipotesi semplice erogatore di servizi.
Come se non bastasse è stato in discussione il sacrosanto diritto dei lavoratori di ricorrere al giudice in caso di controversie con il datore di lavoro.

Sono queste le ragioni per cui siamo al fianco della Camera del lavoro – Cgil nella celebrazione del primo maggio.

Il lavoro non è una merce

I lavoratori non possono essere ricattati dalle imprese e dalla crisi economica


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