Il futuro del centro storico di Molfetta. Il caso de “La Plancia Piena”

Di   26/04/2021

Il futuro del centro storico di Molfetta. Il caso de “La Plancia Piena”

Apprendiamo, da fonti di stampa, la paradossale vicenda che ha visto protagonista l’associazione “La Plancia Piena” assegnataria di un locale nel centro storico che il Comune di Molfetta aveva messo a disposizione di un bando Regionale che l’associazione si era aggiudicata.
Il paradosso arriva quando il Comune di Molfetta ritira la disponibilità del locale, perché le attività dell’associazione non sarebbero “da centro storico”. Considerato che, già da anni, i residenti, lamentano un’eccessiva proliferazione di locali, che ne animano le vie solo nelle ore serali, e che, da più parti, si è sempre condiviso che uno sviluppo sano della Città vecchia abbisognerebbe dell’apporto derivante dalla presenza di attività economiche di matrice diversa e differenziata, così da attrarre target diversificati di utenza nel corso dell’intera giornata, ci chiediamo quali sarebbero le attività da centro storico e quali no e secondo quali principi, e soprattutto per quale motivo inserire un immobile in un bando regionale e poco dopo in un bando comunale come nel gioco delle tre carte. Pensare di far diventare il centro storico una semplice vetrina o un luogo destinato esclusivamente alle attività commerciali è un errore che rischia di colpire per prime le attività commerciali. Il nostro centro storico, come l’intera città, devono essere in grado di valorizzare tutti gli aspetti della vita sociale ed economica che il tessuto cittadino sa offrire. Garantire la socialità in tutte le sue forme garantisce la crescita culturale ed economica dell’intera comunità anche e soprattutto in momenti storici così difficili come quello che stiamo vivendo. L’amministrazione comunale dovrebbe essere capace di garantire un’idea di sviluppo ma la Giunta Minervini-Tammacco-PD ha dimostrato questa volta – come tante altre volte – l’incapacità di guidare Molfetta al solo scopo di accontentare tutti per garantirsi un consenso elettorale, lasciando la nostra città in balìa di se stessa.
Nello specifico, in questo caso, il sindaco che non ha ritenuto di attribuire a nessuno la relativa delega assessorile, ha scelto di nominare un suo delegato ai sensi del modificato art. 50 dello Statuto comunale; un privato cittadino che, selezionato a sua discrezione personale, svolge questo incarico a titolo di volontario. Abbiamo sempre dichiarato la nostra assoluta contrarietà a questa modifica allo statuto comunale, considerando illegittima ed inopportuna questo tipo di delega, vogliamo sottolinearlo ancora una volta oggi, alla luce di questa vicenda.
Se questa amministrazione avesse voluto veramente affrontare la questione del commercio di prossimità non avrebbe lasciato irrisolto il grande tema della grande zona commerciale di Molfetta che ha desertificato il centro cittadino. Di fronte a questi processi l’amministrazione “Smart” si dimostra sempre più miope sul destino del tessuto giovanile, culturale ed economico della città

Partito della Rifondazione Comunista Molfetta/ Compagni di Strada


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