Non c’è limite alla demagogia di Emiliano
In questi anni il presidente della Regione, Michele Emiliano ha girato in lungo e in largo la Puglia durante ogni campagna elettorale, accompagnato dai suoi galoppini locali, sostenendo che il Piano di riordino ospedaliero avrebbe prodotto un miglioramento del servizio sanitario.
In questi anni il presidente Emiliano ha pure utilizzato lo scandalo dei furbetti del cartellino in alcune strutture per giustificare la chiusura di alcuni ospedali e promettere una nuova sanità di qualità.
Poi arriva l’emergenza Covid19 e il sistema sanitario regionale si trova impreparato su vari fronti e aspetti.
Incredibilmente, e con una faccia tosta ineguagliabile, in una recente intervista ad un quotidiano nazionale il presidente Emiliano ammette che l’unica logica a cui era improntato il Piano di riordino ospedaliero era quella dei tagli lineari e del risparmio ad ogni costo, dando ragione a chi come noi lo aveva sempre denunciato.
Naturalmente Emiliano prova a smarcarsi dal Partito democratico e dai suoi amici, dicendo che non è stata colpa sua ma una scelta imposta dal Ministero delle finanze e dal Ministero della sanità.
Poi ci dice, bontà sua, che quel piano non è più vigente, ora è in vigore il Piano anticovid che prevede un maggior numero di posti letto e la concentrazione dei pazienti Covid in alcune strutture
per poter liberare risorse per l’attività ordinaria.
Inoltre il presidente e assessore alla sanità Emiliano ci rivela che il suo modello di riferimento per la riorganizzazione della sanità pugliese è quello lombardo che privilegia il cosiddetto “privato convenzionato”, proprio quests una delle cause che ha prodotto la “debacle” della sanità lombarda alle prese con la pandemia. Un settore, quello della sanità privata, che privilegia la medicina specialistica a discapito dell’assistenza territoriale e soprattutto della prevenzione. Una scelta quella lombarda, e quella che vorrebbe replicare Emiliano, che diminuisce le prestazioni pubbliche per aumentare i profitti. Mentre i fatti stanno dimostrando drammaticamente, invece, che il servizio sanitario pubblico e universale è l’unico antidoto del virus.
Però quel gran fanfarone del presidente Emiliano almeno su un punto ha mantenuto la sua coerenza, sebbene un punto negativo.
Si tratta dell’ospedale di Molfetta che, pur non essendo destinato ai pazienti Covid, ha visto la chiusura dei reparti di ortopedia e urologia.
Così il nostro ospedale nel Piano di riordino ante-Covid retrocedeva a ospedale di base, mentre nel Piano Covid non è assolutamente previsto.
Dunque, in sostanza, nulla cambia per Molfetta.
E dire che in giro si continua a credere alle fandonie che racconta il presidente Emiliano. In altri tempi la decenza avrebbe raccomandato il silenzio e, appena passata la pandemia, delle dignitose dimissioni da presidente della Regione e da assessore alla sanità.
Rifondazione Comunista Molfetta/ Compagni di strada