NETWORK CONTACTS: IL TEMPO DELLA RETORICA È FINITO. INIZIA IL TEMPO DELLA LOTTA

Di   24/10/2019

IL TEMPO DELLA RETORICA È FINITO.
INIZIA IL TEMPO DELLA LOTTA

Per tanti anni e per tanti lavoratori la Network Contact ha rappresentato una speranza per molti giovani e meno giovani di rimanere nella nostra città senza dover emigrare come succede a molti nostri concittadini. Una vera azienda di call center, lontana dai call center da sottoscale di cui le cronache dei giornali sono piene. Un’azienda che in questi anni ha investito molto nella sua immagine con iniziative rivolte ai dipendenti. La favola di un’azienda all’avanguardia nella gestione del personale, con il ricorso a misure legate al welfare aziendale. Una percezione durata per tanto tempo, per troppo tempo… nonostante l’azienda facesse già ricorso da anni a contratti di collaborazione a progetto rinnovati per diversi anni, nonostante una “crisi aziendale” mai dichiarata ufficialmente.
Dal 2 agosto la città e i lavoratori sono rimasti “appesi” con l’apertura della procedura di licenziamento collettivo avanzata dalla Network Contact per 500 lavoratrici e lavoratori. Dopo due mesi e mezzo di trattative e l’intervento della Regione viene annunciato che l’accordo è stato trovato, 4 milioni di soldi pubblici in cambio di nessun licenziamento. Un accordo salutato dal sindaco della città senza citare però le condizioni negative, le deroghe al contratto collettivo, le rinunce che i lavoratori dovrebbero accettare. Su questo solo silenzio da parte della politica e delle istituzioni che solitamente sono molto ciarliere con i loro uffici stampa. Un silenzio che vogliamo rompere in segno di solidarietà con lavoratrici e lavoratori chiamati a decidere sul loro futuro tra un accordo-capestro e il licenziamento, senza adeguate garanzie in ordine alla espressione di voto.
Interveniamo per denunciare, visto che nessuno lo fa, la vergogna di una trattativa condotta con la “pistola sul tavolo” dei 500 licenziamenti.
Insomma, una gestione della “crisi” della Network Contact che fa calare il sipario sulla messa in scena dell’azienda all’avanguardia. Del resto quando i profitti sono alti, sono tutti per gli azionisti. Quando i profitti vanno male, i costi si scaricano sui lavoratori. Altro che azienda-famiglia.
La Network Contact è la classica azienda per la quale i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori si sacrificano di fronte alla diminuzione dei profitti, con buona pace del marketing.
Il 25 ottobre le lavoratrici e i lavoratori dovranno votare per ratificare l’accodo o respingerlo. Un accordo che, nonostante l’impiego di risorse pubbliche, comporta:
– taglio del 30% della tredicesima;
– aumento di orario settimanale di 3 ore pagante con buoni pasto di € 2,50;
– mancata erogazione dell’Elemento di Garanzia Retributiva (260,00 € lordi l’anno);
– cancellazione maggiorazioni per lavoro festivo;
– taglio dei permessi orari;
– congelamento scatti di anzianità.
Una serie di sacrifici chiesti per tre anni.
Ma la domanda principale rimane senza risposta: questi ulteriori sacrifici serviranno a salvare il posto di lavoro nel medio e nel lungo termine? Quale impatto avrà questo accordo su tutto il settore? In che direzioni si vogliono sviluppare gli investimenti tecnologici? Queste sono le domande a cui questo accordo non offre risposte.
Come la vicenda Whirlpool insegna le aziende si rimangiano gli accordi nel momento in cui lo ritengono opportuno per garantire i loro profitti. Secondo, se gli appalti vengono  vinti sulla base dei ribassi che le aziende propongono in fase di gara, quei ribassi sono scaricati interamente sui lavoratori. Senza intervenire su questi meccanismi, ogni accordo è illusorio.
Terzo, questo accordo al ribasso influenzerà tutte le vertenze del settore e non solo perchè creerà un precedente al quale tutte le aziende faranno riferimento. Sulla Network Contact si sta giocando una partita nazionale in cui le aziende rappresentate da Assocontact, di cui l’ad di Network Contact è presidente, stanno provando a spuntare dai committenti rappresentati dalle grandi aziende italiane e multinazionali condizioni migliori che favoriscano l’aumento dei profitti aziendali per un verso e per l’altro le aziende aderenti ad Assocontact stanno scaricando sulle lavoratrici e sui lavoratori, ma anche sulla collettività, le storture del sistema che punta ad aumentare, tramite le esternalizzazioni, lo sfruttamento.
Questo è il meccanismo in cui le lavoratrici e i lavoratori sono inseriti.
Questi meccanismi vanno aggrediti da chi lavora e da chi rappresenta gli interessi di chi è lavoratore dipendente. Interessi che sono diversi da quelli degli azionisti e dei padroni come tutta la vicenda Network sta dimostrando. Altro che “grande famiglia”. Il tempo della retorica è finito. Ci auguriamo inizi il tempo della lotta. In questo caso noi ci saremo, sempre dalla stessa parte.


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