Call center Almaviva: 2551 lavoratori buttati per strada

Di   09/10/2016

La notizia della decisione unilaterale dell’azienda Almaviva Contacts di chiusura dei call center delle sedi di Napoli e Roma e della conseguente perdita del posto di lavoro per 2551 lavoratori e lavoratrici giunge quasi a ciel sereno visto che solo qualche mese fa, maggio giugno, era stata siglata un intesa al Ministero del Lavoro tra azienda e sindacati. I contenuti di quell’intesa, tra l’altro, non erano molto diversi dal testo di un accordo bocciato dagli stessi lavoratori di Almaviva (dato che il nocciolo dell’accordo era fatto di riduzioni dell’orario di lavoro, contratti di solidarietà e controlli sulla produttività individuale ormai legalizzati dal “favoloso” Jobs Act di PD & Confindustria).
Leggendo le dichiarazioni dell’Azienda si scopre che “è colpa dei sindacati”.
Facile no? Anni di smantellamento della cultura del Lavoro sommati al bombardamento sulle colpe della Ka$ta dei politici e dei sindacalisti (“tutti ladri”, come in questi anni hanno fatto intendere la stampa liberista & il comico genovese e i suoi proseliti) possono consentire ad una grande impresa di scaricare le sue colpe (l’assoluta irresponsabilità sociale di mettere per strada più di 2500 famiglie) sui “nuovi mostri”. Quanti abboccheranno? Molti, moltissimi.
Tutti quelli ormai abituati a pensare, letteralmente indottrinati, che i sindacati e i partiti sono fatti da alieni, da professionisti della disonestà e dell’illegalità.
Tutto reso ancor più facile dall’assenza di una soggettività politica capace e con una grande visione del futuro che si opponesse a queste “grandi opere” di mistificazione della realtà, della “vera vita” di ogni giorno. La sinistra politica in questi anni ha lasciato il campo, ha lasciato soli lavoratrici e lavoratori, si è gradualmente trasfigurata per risultare gradevole alle nuove mode. Rinnovamento e modernizzazione; cogliere il lato buono della globalizzazione; i risultati sono sotto gli occhi di tutti: la più grande deflazione dei salari nella storia rende i lavoratori sempre più poveri e la grande impresa sempre più ricca.
A chi dovrebbe interessare questa disparità di distribuzione della ricchezza? Si può fermare questo disastro politico e sociale?
Sì, solo se si ricomincia dal Lavoro, solo se si guarda a quel mondo atomizzato e isolato con rispetto e riconoscimento, solo se lo si rende di nuovo protagonista della Politica, come è stato fatto in passato dal movimento operaio. Solo se i lavoratori e le lavoratrici, non solo nel nostro Paese, tornano ad essere loro stessi il cuore e il cervello dei sindacati e dei partiti di sinistra.
Non ci sono scorciatoie.
#siamotuttiAlmaviva

Partito della Rifondazione Comunista – Circolo di Molfetta “Palestina libera”


Un commento il “Call center Almaviva: 2551 lavoratori buttati per strada

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