La nuova Commissione toponomastica

Di   31/03/2016

Nello scorso Consiglio comunale è stata approvata una nostra proposta di variazione della composizione della Commissione toponomastica, quella commissione che propone i nomi di vie e piazze della città.
Durante l’Amministrazione Azzollini nel 2009 la competenza era stata affidata alla 6a Commissione consiliare Cultura (3 consiglieri di maggioranza e 2 di minoranza) eliminando così la partecipazione e il concorso di tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale. Non contenti gli amministratori dell’epoca avevano inserito la partecipazione dell’associazione Eredi della Storia il cui orientamento culturale e la parzialità facevano a pugni con un organismo istituzionale. A quella scelta opponemmo la nostra resistenza in Consiglio comunale e in città.
Per riparare a questo scempio abbiamo proposto nel luglio 2014 che la Commissione toponomastica coincidesse sostanzialmente con la Commissione Affari istituzionali in cui sono rappresentati tutti i rappresentanti delle forze politiche presenti in Consiglio comunale, eliminando la partecipazione dell’associazione Eredi della Storia.
Riteniamo che l’intitolazione di vie e piazze sia un’attività importante per la memoria collettiva, un’attività delicata per il senso di appartenenza a una comunità (come dimostra la vergognosa intitolazione ad Almirante, fucilatore di partigiani, di una strada cittadina). Un’attività cui non possono partecipare realtà non riconosciute né istituzionalmente né scientificamente e le cui espressioni sono spesso e volentieri incompatibili con i valori antifascisti cui un Comune della Repubblica deve ispirarsi.
Abbiamo fortemente voluto ristabilire il diritto-dovere alla presenza di tutti i gruppi consiliari esistenti, di maggioranza e di opposizione, all’insegna del più ampio pluralismo a differenza di quanto fece l’Amministrazione Azzollini e lo abbiamo fatto persino in un consiglio comunale in cui le forze di minoranza sono andate via dopo la demagogica discussione sul piano di riordino ospedaliero perché forse avevano altro di meglio da fare.


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