La storia, questa sconosciuta…

Di   09/02/2016

10 febbraio MolfettaÈ incredibile come vengano fornite informazioni storiche tendenziose sulla ricostruzione degli avvenimenti relativi alla Seconda guerra mondiale per provare a riabilitare cause perse e ribaltare giudizi storici accreditati, il tutto fatto con luoghi comuni e superificialità inamissibile da parte di associazioni locali che dichiarano di essere impegnate nella ricerca storica e dovrebbero offrire supporto alle istituzioni.
Da parte dell’associazione Eredi della storia di Molfetta si afferma in un recente comunicato in occasione del Giorno del Ricordo che “È la guerra in sé che porta alla formazione di campi di concentramento (tutti gli stati belligeranti hanno creato campi di concentramento per prigionieri di guerra, per prigionieri politici, per indesiderati, ecc.)“. Come dire che all’epoca della Seconda guerra mondiale le parti in causa sono state un po’ tutte uguali, fascisti e antifascisti. Peccato che i campi per prigionieri di guerra siano una cosa, e siano regolati da convenzioni internazionali, e quelli di concentamento e sterminio, in funzione soprattutto per internati civili, scientificamente organizzati, ben altra… e questi sono stati messi in piedi solo dai nazifascisti.
Si afferma anche che “non vi è stata alcuna differenza nel trattamento dei prigionieri di qualunque estrazione nei campi italiani o jugoslavi“. Peccato che dopo l’8 settembre nel Friuli, nelle province di Pola, Fiume e Ljubjana passate sotto il controllo nazista ci furono italiani che scelsero di collaborare con i nazisti (anche alcuni molfettesi), a fronte di altri (anche molfettesi) che si arruolarono nell’Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo o che rifiutarono di servire nazisti e fascisti ad es. centinaia di migliaia di militari e carabinieri deportati nei campi tedeschi, gli Internati Militari Italiani.
Per fortuna non si può non ammettere che c’è stata una “annessione dei territori istriani e dalmati alla fine della prima guerra mondiale, si è praticata una italianizzazione” ma si punta sempre a minimizzare dicendo che anche altri facevano così, ad es. la Francia per la Corsica o l’Algeria.
Tutti tentativi di minimizzare e relativizzare i valori e le cause per cui si combatteva, facendo emergere la tesi per cui alla fine fascisti e antifascisti erano tutti uguali e che in fin dei conti eravamo e siamo tutti italiani. Mai una parola per dire senza equivoci e ambiguità che c’era chi combatteva per l’uguaglianza e la libertà e chi per lo sterminio e la schiavitù di altri popoli, mai una condanna netta per gli aggressori e un plauso per gli aggrediti. Del resto sono gli stessi Eredi della storia (sconfitta) ad affermare che ”In guerra non c’è una parte giusta o sbagliata… nel momento in cui la si fa! Perché tutti sono convinti di essere dalla parte giusta!!!…. Dipende dai punti di vista. Per questo non essendoci una parte giusta e una parte sbagliata, ma una guerra totale, uomini e donne hanno combattuto e sono morti e come tali sono da comprendere ed accomunare”.
Ebbene no cari signori, al netto delle violenze che ci sono in una guerra catastrofica come la Seconda guerra mondiale, non si può dire che tutte le parti erano giuste, non si possono accomunare le ragioni degli sterminatori e degli aggressori nazifascisti, con quelle degli aggrediti e dei combattenti per l’uguaglianza e la libertà.
È sulle ragioni di questi ultimi che si è costruito il patto costituzionale antifascista, sono queste le ragioni su cui si fondano le istituzioni repubblicane che riteniamo non debbano dare, in Italia come a Molfetta, credito o appoggi a Eredi di una storia sbagliata. È proprio attraverso questi tentativi di minimizzare, relativizzare, accomunare che in questi vent’anni si è alimentato un revisionismo teso ad autoassolvere lo Stato italiano, prima e dopo il ’45, da ogni crimine di guerra commesso, giustificando e rivendicando le “imprese coloniali” e le repressioni operate in Eritrea, in Libia, nel Dodecanneso, in Albania, in Somalia, in Etiopia e in Jugoslavia, per riabilitare pubblicamente il vecchio (e il nuovo) fascismo.
Di fronte a questi tentativi “Sempre dalla stessa parte ci troverete. Ora e sempre Resistenza”.


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