Bari: verso la manifestazione del 16 gennaio 2016 contro la guerra

Di   06/01/2016

VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 16 GENNAIO 2016 A ROMA CONTRO LA GUERRA E LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA

7 GENNAIO 2016 ORE 18

presso L’ Officina degli Esordi in via Crispi, 5 (Bari)

Assemblea Pubblica con:

CARLO FORMENTI, Giornalista,

don ANGELO CASSANO, Parroco chiesa S.Sabino

modera
LOREDANA SIGNORILE, Economia per i cittadini

PIATTAFORMA SOCIALE EUROSTOP – CITTA’ METROPOLITANA DI BARI

SE 25 ANNI DI GUERRA VI SEMBRANO POCHI.

A coloro che rifiutano la guerra, gli interventi militari e il commercio delle armi

Il 16 gennaio 2016 saranno esattamente 25 anni dai primi bombardamenti USA nella prima guerra d’Iraq, giustificata per esportare la democrazia e combattere il terrorismo, che invece ha trascinato tutto il mondo in un vortice di violenza.
La guerra non è la risposta al terrorismo, essa viene generata da sporchi interessi per sporchi affari, dallo scontro sulle fonti energetiche, dai conflitti di potenza, dalla vendita delle armi.
L’Isis è una creatura dell’Occidente e degli attuali regimi turco e saudita. A chi parla di difesa dei valori occidentali rispondiamo che dopo decenni restano irrisolte le due principali ingiustizie del Medio Oriente, la negazione del diritto a uno stato per i palestinesi e il popolo curdo che combatte il fanatismo dell’Isis.
Dopo 25 anni di disastri della guerra dobbiamo dire basta, evitando che le stragi terroriste di Parigi portino a reazioni militari con nuovi danni e nuovi lutti. Impediamo la risposta della guerra utile solo per chi vuole adottare misure autoritarie e liberticide che colpiscono al cuore le democrazie europee, già piegate da anni di politiche di austerità e di controriforme autoritarie.

L’Unione Europea che impone politiche di massacro sociale nel nome della riduzione del debito, ora autorizza a superare i vincoli del rigore per le spese di guerra.
Un ospedale non si può costruire in deficit, ma un carro armato sì.
E, mentre i migranti sono vittime delle “nostre guerre”, la politica di guerra li usa per alimentare il razzismo che colpisce i migranti e ogni forma di dissenso.
In Italia da tempo i governi violano l’articolo 11 della Costituzione e il nostro paese è sempre più coinvolto nella guerra, con la vendita di armi alle monarchie reazionarie del Golfo, con le truppe in Afghanistan, con l’invio di 450 militari italiani in Iraq a difesa di interessi privati, con l’annuncio dell’invio di migliaia di soldati in Libia.

BISOGNA RIPARTIRE DAL RISPETTO DELL’ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE.

CHIEDIAMO

• Il ritiro immediato delle truppe e l’annullamento di tutte le missioni militari italiane in scenari di guerra. La cancellazione dell’acquisto degli F35 il taglio delle spese militari la fine dello sporco commercio delle armi.
• La fine degli interventi militari, dei bombardamenti, dell’ingerenza esterna e dell’ipocrita esportazione della democrazia. È necessario un confronto politico che porti ad un accordo tra tutti gli Stati coinvolti nella guerra in Medio Oriente.
• L’uscita dell’Italia dalla NATO che non ha più alcuna giustificazione se non in una logica neocoloniale.
• La fine della politica coloniale d’Israele, la restituzione dei territori occupati a un stato libero di Palestina e l’autodeterminazione per il popolo curdo.
• Accoglienza e dignità per i rifugiati e i migranti.


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