Cosa succede in città: la posizione del PRC

Di   11/07/2015

COSA SUCCEDE IN CITTA’
LA POSIZIONE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

Ieri sera, nonostante l’afa, Rifondazione Comunista è tornata l’ennesima volta in strada, a corso Umberto altezza Liceo, dopo l’ultima campagna elettorale per le regionali, per spiegare la sua posizione riguardo agli ultimi eventi di tensione che interessano la maggioranza alla guida della città.
Dopo giorni di dichiarazioni e comunicati stampa, Mario Abbattista, Beppe Zanna e Gianni Porta hanno illustrato dal vivo alla cittadinanza la posizione di Rifondazione comunista sul braccio di ferro tra Partito democratico e sindaco Natalicchio delle ultime settimane: le posizioni di entrambe le parti sono legittime, di qui l’appello all’intelligenza e alla responsabilità delle parti in causa perché si risolva immediatamente la contesa sulle posizioni di governo, consentendo alla maggioranza e alla città di tornare a discutere di contenuti, di stato di attuazione del programma del 2013 e bilancio di previsione 2015.
Rifondazione non è in alcuno modo interessata alla discussione su posizioni e postazioni di governo, cosa del resto in continuità sia con precedenti reimpasti e decisioni sulla composizione della Giunta comunale sia con l’apparentamento firmato al secondo turno nel 2013. Ben si è ricordato che Rifondazione comunista appartiene ad altra famiglia politica rispetto al centrosinistra composto da Pd e Sel e liste civiche, come dimostrato al primo turno del 2013 e confermato anche nelle ultime elezioni regionali in cui Rifondazione comunista ha dato vita con altri alla lista L’Altra Puglia, appoggiando Mario Abbattista e il candidato presidente Riccardo Rossi, in alternativa a quanti hanno sostenuto Michele Emiliano.
È naturale che la campagna elettorale per le regionali abbia potuto produrre delle fibrillazioni cittadine, con spostamenti e movimenti all’interno del centrosinistra, ma tutti gli attori in campo hanno il dovere verso la città di superare le loro visioni parziali. La debolezza e le difficoltà del centrodestra non consentono irresponsabilità alcuna da parte della coalizione attualmente alla guida di Molfetta, una coalizione singolare, un “unicum” partorito dall’avvincente campagna elettorale del 2013 e di cui ci sentiamo in questo momento garanti proprio perché non facciamo parte a livello generale, culturalmente e politicamente, del centrosinistra. Del resto dal 2004 Rifondazione comunista fa parte del Partito della sinistra europea – insieme a Syriza (Grecia), Isquierda Unida (Spagna), Front de gauche (Francia), Linke (Germania) – un partito che in Europa è alternativo al Partito popolare e al Partito socialista e che combatte le loro politiche di austerità.
Qui a Molfetta nel 2013 tra primo e secondo turno siamo riusciti a costruire una scommessa politico-programmatica alternativa alla destra, un’esperienza amministrativa che non sarebbe stata né una passeggiata né una cavalcata trionfale ma un corpo a corpo quotidiano per rigenerare Molfetta. In tutto ciò Rifondazione comunista si sente garante del rispetto e dell’attuazione del programma in ambiti strategici: dalla linea generale sulla pianificazione urbanistica alla decisione sul futuro del porto (dove continua a mancare uno studio costi/benefici fondamentale per ridefinire il progetto), dall’emergenza abitativa al nuovo regolamento sui contributi e sostegni sociali (presentato dallo scorso ottobre da Rifondazione), dalla programmazione culturale in accordo con il Forum della cultura (esautorato di fatto in questa programmazione estiva con la nomina di un consulente artistico) all’accelerazione sulle opere pubbliche come il Parco di mezzogiorno, dal riordino e controllo nelle concessioni delle strutture sportive comunali (ad es. i palazzetti dello sport) al passaggio al sistema di raccolta differenziata porta a porta.
Non è stato facile raccogliere e gestire l’eredità difficile del centrodestra: ricorsi contro il verdetto delle elezioni, sequestri di opere pubbliche, bilanci a rischio default per colpa delle regole idiote del Patto di stabilità, aziende partecipate allo sbando. Tutti problemi risanati in questi mesi e che obbligano, a maggior ragione, a un salto di qualità nell’azione amministrativa, evitando passi falsi e scivoloni.
Per questo serve la ragionevole responsabilità delle parti in causa affinché si torni al più presto ad amministrare il presente e programmare il futuro di Molfetta, a partire già da questo bilancio di previsione. Rifondazione Comunista ribadisce la fedeltà ai patti programmatici e agli impegni presi con la città.


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