Vite al centro – Proiezione e dibattito con il regista

Di   03/03/2015

Vite al centro.
Storia di Commesse all’epoca dei Centri Commerciali
Negli ultimi anni i tempi del lavoro sono cambiati, abbracciando in tutti i settori il modello “TUTTO APERTO 7 GIORNI SU 7”. Attraverso i racconti e la vita privata di alcune ragazze e i commenti di osservatori esterni, il documentario esplora parte degli effetti prodotti sulla vita personale dalla liberalizzazione degli orari del commercio. In che modo i progetti di vita ed i sogni personali sono ostacolati e messi a rischio in un periodo di crisi economica e fragilità sociale?

Proiezione e dibattito con
Nicola ZAMBELLI (regista)
SABATO 7 marzo ore 19:00
presso Casa della Sinistra, Piazza paradiso 20 – Molfetta

LA SINOSSI

Alice e Beatrice, due amiche, entrambe lavoratrici dipendenti in un centro commerciale, attraversano un momento cruciale della loro vita: una è in procinto di mettere al mondo un figlio e di entrare in maternità, l’altra di sposarsi ed alla ricerca di un nuovo lavoro. Le loro storie assomigliano a quelle di molti coetanei, che coltivano i propri sogni tra le difficoltà e le speranze di un futuro incerto e strettamente connesso alle trasformazioni in atto e al complicato momento storico.

LA RIFLESSIONE

La maggior parte degli impiegati nella grande distribuzione sono donne con un’età media di circa 35 anni. Salvo alcuni casi fortunati, sono le stesse che in Italia portano sulle spalle il doppio carico di lavoratrici e madri, reggendo il peso sia della famiglia sia delle economia domestica, in un paese in cui la spesa per il welfare diminuisce anno dopo anno.
Vite al centro è una riflessione attorno a questi temi e questi tempi, sulle conseguenze dei processi di trasformazione che coinvolgono tutti, ma in definitiva pesano sui più deboli.

IL CONTESTO

Il decreto Salvaitalia prevedeva la partecipazione di tutte le componenti della società italiana “per la salvezza e il rilancio del Paese. Con queste basi si è dato il via al corposo pacchetto di misure urgenti per assicurare la stabilità finanziaria, la crescita e l’equità varato dal governo nel Consiglio dei Ministri, appositamente convocato, del 4 dicembre 2011” (http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/salva_italia) .
Oltre ai punti salienti indicati nel dossier, tra le riforme più significative si possono individuare le liberalizzazioni del comparto commerciale. Secondo la strategia del governo, estendere gli orari e i giorni di apertura delle attività commerciali, avrebbe dovuto rilanciare il commercio e i consumi, in stagnazione dall’inizio della crisi, creare nuovi posti di lavoro e dare nuova linfa all’economia del paese. A distanza di un anno, nessuno di questi obiettivi è stato realmente raggiunto.
La liberalizzazione ha però innescato un processo di trasformazione della grande distribuzione con dei risvolti infelici nelle vite di chi lavora in questo contesto: un significativo aumento delle ore di lavoro senza un corrispondente aumento della busta paga; contratti di lavoro che considerano la domenica un giorno feriale e non extraordinario; turnazioni programmate settimanalmente e modificate sulla base dei flussi di clientela; limitazione dei diritti al riposo e alle pause rendendo molto difficile la pianificazione della vita al di fuori del luogo di lavoro.

IL LUOGO

La forte tradizione industriale, il primato nel campo dei servizi, la dimensione e il numero delle imprese commerciali fanno di Brescia un luogo simbolo dello sviluppo del Paese e delle tendenze più significative della storia italiana contemporanea. Le scelte urbanistiche, la crescita demografica, il paesaggio urbano sono conseguenze evidenti dei processi storici passati e presenti.
Decisamente votata alla grande distribuzione, Brescia detiene il record di metri quadri di centro commerciale procapite, quattro volte superiore alla media europea.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea – Circolo di Molfetta “Palestina libera”


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