Sul “Comitato comunale di Monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”

Di   24/10/2014

Partiamo da un dato di fatto incontestabile: il “Comitato Comunale di Monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”, istituito a Molfetta dal Consiglio comunale nel 1997 non è mai stato attivato, da nessuna amministrazione né di centrodestra né di centrosinistra del passato.

Ripetutamente durante la passata consigliatura abbiamo sollecitato con ordini del giorno e interventi pubblici come Rifondazione Comunista l’attivazione del Comitato, abbiamo finanche ufficialmente chiesto l’approvazione della stessa proposta di modifica nel lontano 15 novembre 2011, ma non era certo volontà del centrodestra – che oggi si riscopre “amico della legalità e della partecipazione” – darsi da fare sul tema. Un tema che invece ha visto coinvolta anche l’opposizione di centrosinistra dell’epoca e che ha suscitato appoggi e simpatie in città.

Oggi che siamo in maggioranza come Rifondazione Comunista abbiamo riproposto quella delibera di modifica ai fini della più immediata attivazione dell’organismo. Una proposta presentata il 14 marzo scorso, discussa nella competente commissione il 23 maggio, pervenuta in Consiglio comunale a luglio e discussa finalmente il 15 ottobre scorso, senza che in tutti questi mesi nessuna richiesta di chiarimenti, proposte, emendamenti migliorativi sia giunta in tempo utile né al proponente la delibera né al presidente della 3a Commissione consiliare.
Una proposta quella nostra che, fatte salve le figure istituzionali, ha voluto riparare alla farraginosità dei metodi di formazione previsti, come ad es. l’elezione in assemblee appositamente convocate dal Presidente del Consiglio Comunale, con avviso scritto, ai rappresentanti di organismi e/o associazioni cittadine impegnati nel settore del volontariato, della prevenzione, della devianza, illegalità e criminalità e ai rappresentanti espressione delle categorie professionali e del mondo del lavoro.

Qual era il problema con questa formulazione? Non erano specificate in quel Regolamento né le modalità e il sistema di elezioni – impugnabili da chiunque ravvisasse eventualmente insoddisfazione per l’esito delle elezioni stesse – né soprattutto quali organismi, associazioni, categorie professionali e del mondo del lavoro dovessero essere destinatarie di avviso scritto per partecipare a queste elezioni.

Di qui, le nostre proposte di modifica approvate in Consiglio comunale ai fini di un’immediata attivazione e più larga partecipazione: invitare permanentemente tutte quelle realtà associative, professionali e del mondo del lavoro che avranno interesse a parteciparvi rispondendo a un avviso pubblico del Presidente del Consiglio comunale. Si formerà così un albo, una platea certificata di soggetti associativi interessati, in assenza della quale nessuno in Comune avrebbe potuto stabilire discrezionalmente quali fossero le “antenne sul territorio” né altri avrebbero potuto riconoscersi questa patente in modo autoreferenziale.

Non capiamo francamente le rimostranze verso una modifica che favorisce una maggiore partecipazione anziché restringerla solo a tre rappresentanti di associazioni che ancora non ci è chiaro come avrebbero dovuto essere individuate, magari con sorteggio come proposto dal centrodestra oppure attraverso una procedura selettiva per titoli e curriculum alla stregua di un concorso pubblico oppure con elezioni facilmente annullabili data la carenza del vecchio regolamento.

Conveniamo, infine, sull’augurio del presidio di Libera e cioè che a differenza del Comitato del 1997 questo sia subito operativo, cosa che sicuramente assicurerà – ne siamo convinti – il presidente del Consiglio comunale ai fini della elezione prevista dei due consiglieri comunali, uno di maggioranza e uno di minoranza, e alla pubblicazione dell’avviso pubblico di manifestazione d’interesse per le associazioni, gli ordini professionali e il mondo del lavoro.

Partito della Rifondazione Comunista – Circolo di Molfetta “Palestina libera”


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