Precari a vita? Lottiamo contro il job act

Di   30/04/2014

PRC Molfetta

PRC Molfetta

C’era una volta il contratto a tempo indeterminato che ha permesso a due generazioni di costruire il proprio percorso di vita, le proprie certezze, casa, famiglia, indipendenza economica.

Il “Job Act” di Renzi ne sta celebrando il funerale, trasformandolo da forma tipica a forma assolutamente residuale di assunzione del lavoratore.
Nonostante venga presentata come novità salvifica, è in perfetta continuità con le politiche di deregolamentazione del contratto a termine portate avanti da Berlusconi e Letta.
La filosofia di fondo è sempre la stessa come se la riduzione dei diritti dei lavoratori producesse di per sé magicamente sviluppo e occupazione. Una filosofia smentita drammaticamente dai fatti: oltre tre milioni di persone in cerca di lavoro e quasi altrettante che un lavoro non lo cercano più, perché disperano di trovarlo.

Ora il contratto a termine può essere sempre posto in essere, non deve essere più legato ad un fatto oggettivo, come ad esempio un picco di produzione o una qualsiasi esigenza temporanea; l’unico limite è quello che può essere prorogato “soltanto” cinque volte nell’arco di trentasei mesi.
Ci chiediamo: perché un datore di lavoro assume a termine se l’esigenza da coprire è ordinaria e non a termine? L’unica risposta intellettualmente onesta è che, con il contratto a termine, il lavoratore vive e lavora sotto il ricatto permanente della mancata proroga e, dunque, mai può alzare la testa o rivendicare alcunché.
Le ricadute sul piano della sicurezza del lavoro sono enormi: il continuo turn over nelle aziende produce lavoratori inesperti e quindi sempre più a rischio infortuni.
Ancora una volta, purtroppo, la nostra città è salita agli onori della cronaca per un altro incidente mortale sul lavoro. Ci auguriamo che non si ripeta l’odissea giudiziaria della Truckcenter e che le responsabilità, se ci sono, vengano accertate e individuate celermente.
La sicurezza non è un costo da ridurre a tutti i costi, per essere competitivi sul mercato globale ma un diritto inalienabile di tutti i lavoratori.

Di questa idea di competizione e’ figlio il Job Act che non ci e’ imposto dall’Europa, anzi viola apertamente la direttiva 70 del 1999, per cui i contratti a termine per essere legittimi debbano essere determinati da condizioni obiettive. L’Europa viene tirata in ballo quando bisogna tagliare diritti acquisiti e stato sociale, per rispettare vincoli finanziari che nessun Parlamento ha mai approvato. E’ necessaria un’altra Europa dei popoli e non dei mercati, per questo:

RIFONDAZIONE COMUNISTA è per L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS Presidente

Queste sono le ragioni per cui oggi siamo in piazza a Molfetta. Anche per dire che la reazione dei sindacati confederali di fronte allo sconcio etico e costituzionale che è il Job Act, è stata flebile e inconsistente. Ci si limita a proporre palliativi o correzioni puramente ornamentali, che non cambiano la rotta di fondo ma anzi la confermano.
Ciò accade quando la bussola dell’agire sindacale è il governo e non l’interesse dei lavoratori. Sono le stesse ragioni che hanno portato anche la Cgil a essere l’unico sindacato europeo completamente inerte di fronte alle politiche di austerità imposte dalla Troika.
Per questo chiediamo di organizzare a difesa dei lavoratori, dei loro diritti e della loro dignità, e della loro sicurezza, una lotta senza sconti, senza badare a governi “amici” a parole e nemici nei fatti concreti.


Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.