Primo maggio 2012: Giù le mani dall’art.18

Di   29/04/2012

Primo maggio festa del lavoro e dei lavoratori: parole che suonano beffarde in un momento in cui la marcia a tappe forzate, iniziata dal governo Berlusconi verso la definitiva cancellazione delle conquiste del movimento operaio degli anni ’70, è all’ultimo chilometro.

Dopo il contratto nazionale di lavoro, questa volta nel mirino del governo Monti e dell’addetto allo smantellamento dello stato sociale, il ministro Fornero, è l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori.

L’articolo 18 è una norma elementare di civiltà che obbliga a reintegrare nel posto di lavoro chi viene licenziato ingiustamente. Se fosse eliminato, come vuole il governo Monti, ogni lavoratrice e ogni lavoratore subirebbero un ricatto permanente: l’azienda potrebbe licenziarli perché si battono per il proprio contratto e cioè per condizioni di lavoro e di salario dignitose, perché chiedono il rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla salute, perché scioperano,  perché vogliono fare un figlio, perché non stanno simpatici al capo per le loro idee sindacali e politiche.

Queste motivazioni ci portano oggi a partecipare al corteo organizzato dalla Camera del lavoro Cgil di Molfetta. Non possiamo però esimerci dall’osservare che la ricerca da parte della CGIL  dell’accordo con il governo e dell’unità sindacale ha prodotto un compromesso al ribasso. Lo sbandierato recupero del reintegro è un miraggio, per noi deve restare un diritto: un licenziamento ingiusto non può essere semplicemente risarcito, come succederebbe nel 99% dei casi se il testo fosse votato così com’è in Parlamento.

Non si può guardare all’art. 18 come qualcosa su cui trattare o mercanteggiare. L’art. 18 è il diritto su cui si fonda la possibilità di esercizio di tutti gli altri diritti dei lavoratori. Dopo il corteo, al Corso Umberto I, altezza galleria Patrioti Molfettesi, continueremo la raccolta firme  per la difesa e l’estensione dell’art. 18 alle imprese con meno di quindici dipendenti, che già oggi ha raggiunto il traguardo delle 100.000 firme in tutta Italia. Ma non basta.

Il complesso degli interventi del Governo Monti (controriforma delle pensioni, intervento sugli ammortizzatori sociali, cancellazione dell’art. 18) si traduce in un’estensione micidiale della precarietà anche alle generazioni degli adulti ed degli anziani, senza riuscire a portare il paese fuori dalla crisi poiché le sue politiche inique socialmente sono anche recessive sul piano economico.

Queste sono le ragioni che Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra porteranno in piazza il 12 maggio a Roma per manifestare contro il governo Monti. Chiediamo a tutte le forze democratiche e di sinistra, sociali e politiche, di partecipare alla manifestazione perché si costruisca un’opposizione capace di prospettare una via d’uscita dalla crisi, una via d’uscita alternativa alla spirale tagli-recessione imposta dall’Unione Europea e assecondata da Monti e dalla sua maggioranza Pdl-Pd-Udc.

Partito della Rifondazione Comunista – Molfetta


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