Governo ladro

Di   30/06/2010

FORTE CON I DEBOLI E DEBOLE CON I PREPOTENTI

E’ in atto in questi giorni un attacco feroce nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori di questo paese.
La manovra finanziaria di Berlusconi, Tremonti e Azzollini ha congelato gli stipendi ed elevato l’età pensionabile dei dipendenti pubblici.
Ciò significa che i lavoratori subiranno una perdita secca di 1.600 euro all’anno, per 3 anni e andranno in pensione un anno più tardi. Alla faccia del governo che non mette le mani nelle tasche dei cittadini…
Sulla stessa linea, il ricatto ai lavoratori dello stabilimento di Pomigliano d’Arco da parte della Fiat (dopo tutti i finanziamenti pubblici che ha ricevuto con i soldi dei contribuenti…).
Si vuole approfittare del bisogno di lavoro per peggiorare in maniera inaccettabile le condizioni di lavoro e ridurre i diritti sindacali a partire da quello di sciopero, sancito dalla nostra Costituzione.
La logica del governo Berlusconi e della Fiat è sempre la stessa: far pagare i costi della crisi ai lavoratori e utilizzarla per azzerare diritti e tutele conquistate attraverso anni di lotte.
Tutto questo nel silenzio dell’opposizione parlamentare, dei media e approfittando dell’assenza dei comunisti dal Parlamento.
La sacrosanta opposizione alla “legge bavaglio” che limita la libertà di stampa e sancisce l’impunibilità dei potenti, deve nutrirsi di contenuti sociali.
La difesa della democrazia e la difesa dei diritti dei lavoratori devono andare di pari passo, sono due facce della stessa medaglia.
Se non si attacca la politica economica di questo governo, alleato di Confindustria, banche e speculatori, non si costruisce un’alternativa al berlusconismo.
La Costituzione non può rimanere al di fuori dei cancelli delle fabbriche, degli uffici, dei call center, delle scuole, delle università, di ogni luogo in cui un cittadino è anche lavoratore. La nostra Repubblica antifascista è fondata sul lavoro.

FACCIAMO PAGARE LA CRISI A PADRONI, SPECULATORI, EVASORI E GRANDI PATRIMONI


Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.