sulla trattativa per il rinnovo del contratto in agricoltura

Di   29/07/2009

Le notizie relative alla rottura, denunciata da tutte e tre le organizzazioni sindacali confederali della provincia, confermano quanto da noi, e spesso in solitario da alcune organizzazioni sindacali, è stato denunciato in questi ultimi anni.

Il fatto che la differenza tra le parti in tema di incrementi salariali non fosse così eccessiva mostra la reale posta in gioco: l’esistenza del sindacato all’interno delle aziende e il suo riconoscimento come controparte rispetto alle aziende stesse.

Nonostante la provincia di Bari ospiti piccole e grandi aziende nel settore florovivaistico e agricolo, tra cui aziende multinazionali e quotate in borsa, sul piano delle relazioni sindacali sembra di essere tornati indietro ai tempi del bracciantato di inizio Novecento: gli interessi aziendali si difendono meglio se i lavoratori sono sottopagati e le loro organizzazioni asservite e ininfluenti.

Riteniamo opportuno che tutte le forze politiche progressiste prendano posizione su questa rilevante questione sociale: non è possibile che il mondo delle istituzioni e della politica rimanga in silenzio o, peggio, indifferente alle sorti del rinnovo contrattuale che interessa oltre 50.000 famiglie in provincia di Bari, ritenendo che si tratti di una questione meramente sindacale.

Questo è quello che vogliono i datori di lavoro, i quali quando si tratta di chiedere finanziamenti e facilitazioni reclamano l’intervento delle istituzioni e della politica, quando invece le vertenze riguardano anche la semplice applicazione delle norme contrattuali e l’agibilità del sindacato all’interno delle aziende (alcune di queste condannate per condotta antisindacale), pretendono dalla politica e dalle istituzioni silenzio e totale asservimento agli interessi padronali.

Auspichiamo che anche altre forze politiche locali prendano posizione, a sostegno degli interessi dei lavoratori agricoli molfettesi, anch’essi coinvolti in questa difficile trattativa.


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